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Le palline ocra

1 Dopo tre giorni di ininterrotta pioggia tornò il sole.    Hans camminava in un prato del parco, immerso in una piacevole felicità ritrovata. Tutto gli dava gioia, l' erba ancora fradicia e luccicante al sole, il laghetto che rifletteva la luce quasi fosse argentato, oche e cigni impazziti e starnazzanti come lui, gli studenti in bicicletta che in continuazione pedalavano a tutta birra dall'Università verso il villaggio e viceversa.
   All' improvviso s'imbatté in qualcosa di strano, di inspiegabile. Nell'erba giaceva una specie di pallina, una pallina dalle dimensioni circa di una pallina da tennis, forse appena più voluminosa, ma trasparente, lievemente ocra.
   Era trasparente come se fosse piena d'acqua o meglio di una sostanza gelatinosa. Gli rammentava certe biglie trasparenti e gelatinose che si facevano sciogliere dentro la vasca da bagno ma dalle dimensioni nettamente maggiori. Però la cosa che lo lasciò senza fiato era che pareva che la pallina pulsasse. Pulsava appena, in maniera difficilmente percettibile. Ma pulsava.
2    Da sempre Hans soffriva di bassa pressione, al mattino. Stai calmo, si disse, stai calmo, è solo la bassa pressione e forse la troppa birra bevuta la sera prima.
   Riprese la passeggiata e cercò di dimenticare quello strano incontro.
   Sul lato nord-est del laghetto vi è una caffetteria. Durante la bella stagione, ma anche in autunno, quando c'è il sole, è possibile sedersi ai tavolini all'aria aperta ma quel giorno spirava un vento gelido che consigliava di rintanarsi al chiuso, e d’altronde posizionandosi con astuzia si poteva scorgere il lago e il parco al di là della vetrata del locale.
   Entrò, si sedette e ordinò alla dolce vichinga una cioccolata con panna. Che si poteva chiedere di più alla vita di un mélange con vista sul lago? Chiunque pretenda di più dalla vita, non ha proprio capito niente.
   Ma guardando la riva, fissando un punto della riva, essendo stato attratto dall'immagine di un cigno bianco insolitamente agitato, gli parve di scorgere...ma sì, sicuro, i suoi occhi gli davano l'immagine... di una di quelle palline ocra!
3    No, non era possibile. Arrivò la cioccolata con panna. Calò lo sguardo su quel piccolo ma intenso piacere e per diversi minuti non volle pensare ad altro che non fosse la edonistica degustazione della panna appena intinta di cioccolata. Finita la panna, restava ancora della cioccolata, troppo bollente per essere bevuta. Lasciò che si raffreddasse e non poté fare a meno di riportare lo sguardo sul bordo del lago. Il cigno non c'era più. Ovviamente non c'era più neanche la pallina. Anzi, pensò Hans, non c'è mai stata.
   Fuori il freddo era raddoppiato. Mi sa che entro stasera nevicherà, si disse. Affondò le mani nelle tasche della giacca a vento imbottita e s'incamminò quanto più velocemente possibile. Aveva zigzagato per un po' tra i vialetti che conducono all'uscita dal parco quando, tra la boscaglia, gli parve di rivederne una. Hans, si ripeté, piantala! Oggi hai le traveggole, va bene? Anzi, non va affatto bene. Appena a casa telefonerò a quel mio amico medico. Invece della bassa pressione, non sarà esattamente l' incontrario e cioè che questo freddo improvviso agisca da vasocostrittore facendomi salire la pressione alle stelle? Perché sicuramente ho le traveggole. A meno che non si tratti di un nuovo giocattolo, pensò. Si inoltrò nel boschetto fino a raggiungere la pallina. Era in tutto analoga alla precedente, dimensioni da pallina da tennis, aspetto gelatinoso, pulsazioni appena percettibili. Ma il colore gli sembrò leggermente diverso, sempre sull'ocra, sì, ma con una tonalità più scura.
4 Blocco 4    Diciamoci la verità, erano quasi belle. Però l'aspetto gelatinoso e le pulsazioni incutevano timore, provocavano forse anche una certa repulsione.
   Si infilò i guanti che aveva in tasca e si chinò per prenderla. Provate a immaginare come ci rimase quando se la vide schizzare via. Non l'aveva neanche toccata. Hans era arrivato a pochissima distanza con la punta delle dita e, prima che l'avesse raggiunta, la pallina aveva effettuato un balzo ed era sparita tra l' erba. Non solo mostrava capacità di movimento ma addirittura lo aveva in qualche modo sentito e aveva dimostrato pure una terza capacità, quella di sapersi occultare. Hans non sapeva più che pensare. O la tecnica moderna aveva raggiunto livelli inimmaginabili, o lui era totalmente rimbambito.    A casa aprì il rubinetto dell'acqua calda. Voleva farsi un bel bagno. Si portò una televisione nella stanza da bagno, tanto per ascoltare qualcosa. Quando l'acqua fu colma apri l'armadietto per prendere una bottiglietta di bagnoschiuma. Restò esterrefatto. Tutti i ripiani dell' armadietto erano pieni di palline gelatinose di tutte le possibili sfumature di ocra. E tutte pulsanti. Hans fece un passo indietro. Le palline lentamente presero a rotolare in avanti. A una a una iniziarono a cadere in terra, senza rimbalzare. La consistenza gelatinosa, evidentemente, non dava loro elasticità. Man mano che cadevano, rotolavano verso la vasca. Hans guardava esterrefatto. Le palline, arrivando a ridosso della vasca, si schiacciavano un po' verso il suolo, come un gatto che voglia prendere slancio, quindi di colpo riprendevano la forma sferica provocando a sé stesse un balzo sufficiente a farle cadere nell'acqua calda. Ma il fenomeno più allucinante doveva ancora accadere. Una volta nell'acqua ogni pallina prendeva a rigonfiarsi, non molto ma quel tanto che bastava per poi allungarsi creando poi a metà della lunghezza una strozzatura fino a formare due sfere un po' più piccole che infine si staccavano l' una dall' altra. Ciascuna delle due palline figlie si gonfiava sino ad assumere rapidamente il volume standard, simile appunto ad una pallina da tennis. Ogni pallina figlia, poi, ricominciava a gonfiarsi, ad allungarsi, a strozzarsi, per dare origine ad altre due palline. In breve tempo l' intera vasca si era riempita. Per far cessare in qualche modo il fenomeno, Hans tentò di avvicinarsi alla vasca per chiudere il rubinetto ma molte palline scavalcarono la vasca e presero a saltellargli davanti. Hans non sapeva come aggirarle e al tempo stesso ne temeva il contatto. Intanto dentro la vasca alimentata da sempre nuova acqua, le palline si riproducevano ad un ritmo vertiginoso.
5 Preso dal panico Hans tentò di raggiungere la porta ma le palline saltellanti si erano interposte tra lui e la porta. Anche la finestra era saldamente presidiata da palline saltellanti sul davanzale e comunque il fatto di abitare al terzo piano avrebbe reso molto difficoltosa una fuga dalla finestra. Completamente terrorizzato, Hans riuscì con uno scatto ad afferrare delle forbicine giacenti sulla lavatrice e menando fendenti nell' aria riuscì a sbucazzarne un paio. Alle palline colpite si rompeva la membrana e una gelatina color ocra cadeva sul pavimento restando lì e continuando a pulsare. Ma il loro ritmo di riproduzione era vertiginosamente più elevato. Ogni tanto Hans ne rompeva una e nel frattempo le palline si erano duplicate a centinaia. Il pavimento si andava schifosamente riempiendo di gelatina pulsante. Hans tentò di salire sopra la lavatrice ma scivolò e cadde. Nella manovra si era ferito, forse contro uno spigolo della lavatrice, e del sangue si era sparso anch' esso sul pavimento, in mezzo alla poltiglia di palline rotte. Vide con orrore alcune palline intere rotolare sopra il sangue che sparì dal pavimento mentre quelle palline assumevano una tonalità rossastra. Le palline di quel nuovo colore davano origine in una sola divisione a ben quattro nuove palline, che, come colorazione, potevano variare dal solito ocra fino al rosso-sangue. La stanza da bagno ormai era tutta un pullulare di palline che lo urtavano continuamente. Dopo aver costatato che il contatto con le piccole sfere non gli produceva alcun danno, si decise. Si scagliò verso la porta e la spalancò di colpo. Le palline invasero in brevissimo tempo l' intera casa. Hans restò un attimo incerto sul da farsi. Poteva uscire ma le palline avrebbero potuto seguirlo. Comunque era un ipotesi. Ma poteva sempre tentare di sterminarle. In fondo ci aveva provato gusto a romperle. Sempre in un nugolo di palline saltellanti raggiunse la cucina. Aprì un cassetto e prese il coltellaccio più grosso che aveva. Quindi si portò verso il rubinetto centrale dell' acqua e lo chiuse con veemenza. L'acqua non usciva più dal rubinetto della vasca. Sperava in tal modo di aver interrotto la riproduzione. Restò a osservare per qualche istante. In effetti notò che non vi erano più scissioni. A questo punto chiuse di colpo la porta della cucina e iniziò a spaccare al volo le palline. Nel giro di pochi minuti in cucina restava solo gelatina pulsante sparsa per tutto il pavimento. Entrò in ciascuna delle stanze del proprio appartamento chiudendosi di volta in volta la porta alle spalle e scatenandosi nella strage delle palline. Lasciò per ultimo il bagno, dove tutto era cominciato.
    Ora era seduto ansante e sporco di gelatina pulsante e sul pavimento in tutta la casa c'era uno spesso strato di quella poltiglia. Hans si sentiva svuotato ma al tempo stesso soddisfatto. Oggi, pensò, mi sono proprio divertito.


Gianni nigro


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